A PROVA DI BODY SHAMING
Se nel 1989 avessimo chiesto a qualcuno il significato dell'espressione body shaming, state certi che nessuno avrebbe saputo cosa risponderci. Eppure la regista Coline Serreau, forse senza neanche saperlo, trentacinque anni fa precorse i tempi con Romuald e Juliette. Con un bel po' di coraggio se ne infischiò degli stereotipi e fece innamorare Romuald bianco, ricco e magro di Juliette una donna delle pulizie piuttosto in carne e di colore. Romuald Blindet (Daniel Auteuil) è l'amministratore delegato della ditta Blainlait dove Juliette Bonaventure (Firmine Richard) presta servizio.
E' in realtà un povero fesso, cornuto e mazziato, si perché oltre a essere tradito dalla moglie deve vedersela anche con i colleghi che non vedono l'ora di fargli le scarpe. In questo caos la sua àncora di salvezza è Juliette, la donna con cinque figli e cinque ex mariti da gestire, non si tirerà indietro offrendogli ospitalità quando Romuald sarà ingiustamente braccato dalla polizia. La convivenza non sarà facile ma Romuald nonostante i difetti del ricco viziato è un buono e alla fine riuscirà a farsi voler bene.
Memorabile la scena in cui Romuald entra senza bussare nella stanza di Juliette e la trova placidamente addormentata, quasi svestita, meravigliosamente giunonica...in quel preciso istante forse si rende conto di amare la donna che si è fatta in quattro per lui. Gli opposti si attraggono quindi? A volte si e quando accade le conseguenze hanno un effetto tsunami positivo sulle vite di entrambi. E' quello che succede a Romuald e Juliette. Non bisogna essere quindi magri o grassi, belli o brutti, ricchi o poveri per farci spazio nel mondo o esser amati, la Serreaut tanti anni fa con garbo ci disse in fondo quello che molti oggi gridano agitandosi su un palco o in uno dei tanti talk show. Allora cari lettori vi invito a vedere questa brillante commedia tutta made in France...vi piacerà!
Titolo orig. : Romuald et Juliette
Anno: 1989
Regia: Coline Serreau
Interpreti: Daniel Auteuil, Firmine Richard, Gilles Privat, Pierre Vernier, Catherine Salviat