PRIMO ROUND...
Questa volta a scontrarsi sul terreno di Singolar Tenzone sono due film che sono la trasposizione dello stesso romanzo ovvero “The Beguiled” (titolo originale di entrambi i film) di Thomas P. Cullinan. Chi ne uscirà vincitore? Scopritelo insieme a noi. Che la lotta a suon di sequenze abbia inizio!
Terza collaborazione tra Don Siegel e Clint Eastwood il film parte dalle stesse premesse del successivo film della Coppola: seconda metà dell’Ottocento, la Guerra Civile Americana infuria quando un soldato nordista rimane ferito e viene accolto in una scuola per ragazze in Louisiana. La pellicola degli anni Settanta ci presenta il protagonista subito sotto una luce ambigua: se la dodicenne Amy è Cappuccetto Rosso che vaga per il bosco in cerca di funghi, McBurney è decisamente il Lupo Cattivo che ruba alla ragazzina “abbastanza grande” un bacio suggellando così il suo destino, come si vedrà in conclusione.
Il film è sì ambientato in un collegio, ma Siegel non evita di mostrare, soprattutto con la sequenza iniziale, gli orrori della guerra - probabilmente eco del conflitto reale che fino al ’75 gli Stati Uniti hanno combattuto in Vietnam – ed anche le abitatrici della grande casa coloniale ne hanno contezza: per loro ogni uomo è un potenziale stupratore.
E il quasi mezzo secolo che divide i due film si intravede anche sulla percezione e sulla rappresentazione dell’universo femminile. Siegel che, non a caso è stato accusato di misoginia, rappresenta le protagoniste come arpie vendicative che si danno battaglia per spolpare l’osso. Eastwood rappresenta il più che disponibile oggetto del desiderio di Miss Martha (Geraldine Page) la proprietaria e direttrice della scuola che, attraverso dei flash-back sappiamo aver avuto un rapporto incestuoso con il fratello, di Edwina (Elizabeth Hartman) la giovane ed inesperta insegnante e di Carol (Jo Ann Harris) la studentessa civettuola. Non a caso il regista, in un’epoca in cui i temi dei diritti delle donne erano preponderanti, considera il film come la rappresentazione della volontà castrante delle donne nei confronti degli uomini.
La versione di Siegel, dunque e secondo la mia opinione, con il suo accumulo di situazioni e personaggi, il suo più che esplicitato erotismo e le sue atmosfere gotiche che sfiorano l’horror riesce a coinvolgere lo spettatore molto più delle atmosfere rarefatte della regista di Marie Antoinette.
Paola Di Lizia
SECONDO ROUND...
Mi piace Sofia Coppola, quasi sempre. Stavolta però non molto. Non mi ha granché convinto la presentazione dei personaggi. La trama è pressoché la stessa: durante la guerra di secessione americana un caporale nordista John McBarney con una brutta ferita alla gamba, viene soccorso da una, solo all'apparenza, innocente bimbetta di nome Amy. Portato nel collegio femminile dove vive la ragazzina, il soldato riceve tutte le cure necessarie per la guarigione ma la sua presenza incrina, attenzione solo inizialmente però, l'equilibrio tra le donne. Il caporale consapevole del fascino che esercita se ne approfitta, flirtando con ognuna di loro. Crede di averle in pugno ma si sbaglia di grosso! Avere sottovalutato lo sconfinato e imperscrutabile mondo femminile si rivelerà un errore madornale.“L'inganno”, questo il titolo del remake, è privo di elementi necessari allo spettatore per inquadrare i personaggi. Un velo di ipocrisia li ricopre. Un' eccezione è Edwina (Kirsten Dunst), la giovane insegnante infatti, frustrata dal castrante microcosmo femminile in cui vive, con l'arrivo del caporale esplode letteralmente e non esita a schierarsi con lui. L'arrivo dell'uomo sconvolge e lusinga anche le sue compagne ma non abbastanza da recidere quel filo invisibile che lega le une alle altre. Le donne infatti non permetteranno a Edwina di mangiare il velenoso pasto destinato solo e soltanto all'intruso. Solidarietà femminile o puro egoismo? Scegliete voi. Tutti gli altri personaggi invece sia nella prima che nella seconda versione hanno una morale discutibile. Solo che mentre nel film del 1971 questo è palese, in quello della Coppola no. I personaggi sono tutti delle vere carogne ma non si deve sapere. Ecco allora che Martha (Nicole Kidman), direttrice irreprensibile del collegio brucia si di desiderio per John, forse anche più delle altre, ma lo sopisce astutamente.
E quando gli taglia la gamba, lo fa a malincuore e solo per salvargli la vita! Nel film di Don Siegel invece la nostra Martha gode tra se e quell'amputazione è una rivincita sullo sfortunato McBarney colpevole di aver rifiutato le sue avances. Inoltre non si fa alcun riferimento al rapporto incestuoso con suo fratello...meglio non pensar male di lei. Martha, Amy, Alicia (Elle Fanning) studentessa adolescente che pur comprendendo il coinvolgimento di Edwina seduce il soldato, non sono degli stinchi di santo e neanche John (Colin Farrell) che per salvare la pelle gioca con tutte...bruciandosi. E questo Don Siegel nel 1971 non ce lo nasconde. Invece la Coppola si. La pellicola del 2017 è un po' troppo “ politically correct”. Il film ahimè è lo specchio dei nostri tempi e lo avvalora la risposta della regista alle accuse di razzismo che le furono rivolte per avere escluso dal remake il personaggio della serva di colore anch'essa vittima del fascino del soldato. Sofia Coppola spiegò la sua scelta dicendo di non aver voluto mostrare la faccia dell'America nera. Io non vedo razzismo ma una bella dose di ipocrisia si. Nulla da dire sul cast, ma restando in tema di politicamente corretto al bel visetto di Colin Farel preferisco di gran lunga quella faccia da canaglia di Cleant Eastwood. Concludo con una precisazione cui tengo in modo particolare. Il titolo in italiano del film di Don Siegel ha fatto storcere il naso a molti, a me invece piace, rispecchia in modo ironico la brutta fine di chi vuol fare il furbo senza averne le carte!
Stefania Viceconti
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