LUCIFERA
Ravka, nazione fittizia che ricorda inequivocabilmente la Russia zarista dell’Ottocento del secolo scorso, immaginata dalla scrittrice Leigh Bardugo nei suoi romanzi fantasy da cui la produzione Netflix è tratta, è il milieu in cui si muove la giovane cartografa Alina Starkov (Jessie Mei Li) che durante la traversata della faglia che divide nettamente in due il paese popolata da
sanguinarie creature alate chiamate Velcra, scopre di avere la forza di allontanarle attraverso l’evocazione della luce e quindi di essere parte di una stirpe di persone capaci di manipolare gli elementi naturali conosciuti come Grisha. Temuti da molti e spesso perseguitati hanno nel Generale Kirigan (Ben Barnes), discendente dell’Eretico Nero il creatore della faglia, il loro carismatico leader capace, al contrario di Alina, di evocare l’oscurità. La scoperta del suo potere naturalmente la fa diventare oggetto del desiderio di potenti e criminali. C’è chi la vuole sfruttare, chi rapire, chi la considera una santa, insomma una specie di Sora Camilla. Per fortuna c’è il suo amico di infanzia Mal (Archie Renaux) anch’esso orfano e soldato nel primo esercito che cerca di proteggerla ad ogni costo.
Non originalissima – protagonista emarginata e schifata da tutti è in realtà un Gronchi Rosa che rifiuta inizialmente i suoi poteri, cade preda del fascino del misterioso antagonista, ma si ravvede in tempo in tempo per ritornare verso i più sicuri porti del “primo amore che non si scorda mai” – e forse troppe volte prevedibile negli snodi narrativi che vorrebbero essere rivelatori, ha il suo punto di forza nella messa in scena e nelle sequenze di azione. Certo lo spettatore non-lettore della saga della Bardugo fatica non poco ad orientarsi tra la moltitudine di personaggi – tra i quali spicca l’interessante e divertente banda dei tre Kaz, Inej e Jesper - che vengono introdotti in grande quantità
sin dalla prima puntata, ma pian piano la vicenda si chiarisce diventando, seppur con qualche inciampo strada facendo, avvincente.