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    Al Pacino

    15-08-2021 00:50

    Stefania Viceconti

    EMPORIO, Al Pacino,

    Al Pacino

    Ha spento ottanta candeline Al Pacino, uno dei mostri sacri del cinema americano. Alfredo James Pacino nasce da genitori italoamericani a New York n

    OMAGGIO A UN GRANDE

    Ha spento ottantuno candeline Al Pacino, uno dei mostri sacri del cinema americano. Alfredo James Pacino nasce da genitori italoamericani a New York nel quartiere di East Harlem il 25 aprile del 1940. Una vita spesa tra cinema e teatro la sua, non facile però. Abbandonato dal padre, cresce con la madre e i nonni  nel South Bronx, una delle zone piu degradate della Grande Mela. A diciassette anni lascia gli studi ordinari e anche la sua casa. Alla ricerca della strada giusta per il mondo dello spettacolo il giovane Alfredo si arrangia come può, svolgendo una serie di lavori umili e frequentando due scuole di recitazione, la High School of Performing Arts e la Herbert Berghof Studio, ma il ragazzo punta piu in alto, l’Actors Studio è la sua vera meta, più volte viene respinto ma è bravo e caparbio  e ci riesce alla fine degli anni sessanta. Il primo a credere in lui sarà l’allora direttore dell’ Actors Studio Lee Strasberg. 

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    Il 1969 segna  l’inizio di una brillante carriera, debutta a Broadway e grazie alla  pellicola “Me Natalie” di  Fred Coe esordisce sul grande schermo. L’interpretazione di un eroinomane nel film del 1971 ”Panico a  Needle Park” del regista Jerry Schatz è il lasciapassare per il ruolo di Michael Corleone nel ”Padrino” di Francis Ford  Coppola. Un ancora sconosciuto Al Pacino grazie quindi all’ intuizione del grande regista riesce così a soffiare la parte a attori del calibro di Jack Nicholson e Robert Redford e a ottenere una nomination agli Oscar, però come attore non protagonista, per questo Pacino andrà su tutte le furie boicottando la cerimonia. Inizia così una lunga corsa all’Oscar. Tante le nomination, stavolta però come attore protagonista. Nel 1973 in “Serpico” di Sidney Lumet e poi l’anno dopo quando torna a recitare nei panni di Michael Corleone nel sequel “Il Padrino parte II”. Ma ancora niente! Nel frattempo si consola, si fa per dire, con la Palma d’oro a Cannes per il film “Lo Spaventapasseri”. Nel 1975 Lumet lo rivuole, a ragione,  in “Quel pomeriggio di un giorno da cani”, Pacino non lo delude ma l’Oscar non arriva ancora. Con ” …e giustizia per tutti” di Norman Jewison del 1979 ci va vicino ma a essere premiato è Dustin Hoffman per il ruolo, rifiutato da Pacino, in “Kramer contro Kramer”. Il segno di Pacino nel cinema degli anni ‘80 porta il nome di Tony Montana, il protagonista crudo, violento e esagerato di “Scarface”, la magistrale interpretazione gli vale una nomination al Golden Globe e il favore di pubblico e critica. In questi anni si dedica anche al teatro shakespeariano sua vecchia passione. E’ instancabile poi negli anni ’90, moltissime le pellicole di successo in cui recita. Solo per citarne alcune: “Dick Tracy”, è ancora Michael Corleone nel “Padrino parte III”, “Paura d’amare”,” Americani” e poi finalmente dopo lunghi anni di attesa arriva il meritato premio Oscar come attore protagonista per l’interpretazione del tenente colonnello Frank Slade in “Scent of Woman”, remake del film di Dino Risi , “Profumo di donna”. Solo un anno dopo il Leone d’oro alla carriera. Pacino negli anni si mette ancora alla prova interpretando personaggi controversi in lotta col mondo ma soprattutto con loro stessi, come l’antieroe romantico in “Carlito’s Way”, il gangster in difficoltà in “Donnie Brasco”. Incanta il pubblico  insieme a Robert de Niro in “Heat” La Sfida, ed è pungente, irritante e molto sopra le righe nelle insolite vesti di Satana in “L’ Avvocato del diavolo”, il poliziotto tormentato dai rimorsi di coscienza in bilico tra il bene e il male in “Insonnia” e quando Oliver Stone gli fa interpretare Tony d’Amato, il coach vecchio stile di “Ogni maledetta domenica”, tifiamo tutti per lui. Pacino non si fa un graffio, neanche quando salta dal grande al piccolo schermo, portando ancora una volta all’attenzione del pubblico temi scomodi come l’AIDS nel pluripremiato “Angels in America” o il suicidio assistito in “You Dont’Know Jack il dottor Morte”. Non si fa mai male Pacino nella sua carriera, sebbene di  ferite ne abbia parecchie, nel 2009 in un' intervista al San Francisco Chronicle, racconta senza mezzi termini di essersi prostituito per poter sopravvivere. Qualche amante delusa gli rimprovera gli anni che passano, si di essere troppo vecchio... aimé cosa che accomuna noi comuni mortali! Certo non lo è per lavorare. Due anni fa Martin Scorsese lo ha voluto per il suo " The Irishman", nel 2020 lo abbiamo visto nella serie tv prodotta da Amazon “Hunters”, che tratta della caccia ai criminali nazisti. E ora è nel cast dell'ultimo film di Ridley Scott " House of Gucci". Ancora tanta voglia di mettersi in gioco, ancora tanta voglia di emozionare il pubblico! 

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