QUESTO E' UN NODO AVVILUPPATOÂ
Benvenuti a Winden cittadina tedesca fittizia dove i creatori Baran Bo Odar e Jantje Friese hanno ambientato una tra le narrazioni telefilmiche più intricate degli ultimi anni: Dark.
Raccontarne lo svolgimento è rischioso quindi mi limiterò a dire solo che la storia prende banalmente il via dalle misteriose sparizioni di ragazzini che si ripetono ogni 33 anni, per poi imboccare, con il trascorrere degli episodi e delle stagioni, strade inaspettate disseminate di colpi di scena, rivelazioni e deviazioni che nello stesso tempo disorientano e spingono lo spettatore a fare continue congetture e a ragionare su quello che vede.
I temi affrontati nel corso delle tre stagioni sono molteplici: si va da argomenti prettamente religiosi e filosofici come il libero arbitrio, l’esistenza di dio, l’eterna dicotomia bene/male, la difficoltà nell’affrontare la morte, ma anche la vita, ad alcuni prettamente scientifici come la fisica quantistica o le problematiche ambientali (la cittadina è vicina ad una centrale nucleare), non trascurando naturalmente i rapporti interpersonali poiché la storia è raccontata attraverso la vita di quattro famiglie: i Kahnwald, i Nielsen, i Doppler, i Tiedemann legate, si scoprirà poi, indissolubilmente tra di loro in un intreccio a volte poco comprensibile nel suo svolgimento, ma messo in moto dal più umano dei sentimenti: il desiderio di riportare in vita i cari scomparsi.
E cosa usano gli autori per raccontare il tutto? Alcuni dei cliché narrativi più abusati di sempre: i viaggi nel tempo, la fine del mondo o apocalisse che dir si voglia e il tema del doppio o in questo caso, il tema del triplo perché come detto il tentativo di cambiare il passato provoca la formazione di tre realtà diverse e parallele che si incontrano però in un punto preciso nel tempo e nello spazio ed è proprio in questo punto che Jonas e Martha od Adamo ed Eva possono finalmente rimettere le cose sul binario giusto. Ma è proprio così?
Dark dunque spinge il tele fruitore sempre più lontano dalla zona di conforto di un semplice prodotto di intrattenimento, al contrario preme con rigore teutonico sul pedale del tragico e dell’ineluttabile (non si ride o sorride mai se non in rarissime occasioni) e anche il finale, apparentemente consolatorio, lancia un ultimo amo: e se fatalmente il nodo in cui sono avvolti i personaggi fosse destinato a non essere mai sciolto?
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Titolo originale: id.Â
Anno: 2017-2020
Episodi: 26
Interpreti: Louis Hofmann, Karoline Eichhorn, Lisa VicariÂ