BRIVIDI IN SALA
Londra, 13 agosto 1899. Una manciata di anni dopo la nascita della settima arte per gentile concessione dei fratelli Lumière emette i primi vagiti Alfred Joseph Hitchcock che quell’arte la rivoluzionerà e passerà ai posteri con l’epiteto “Maestro del Brivido”, gli faremmo però un torto se ci limitassimo ad un genere – quello del thriller e della suspense – che certamente ha contribuito a forgiare come lo conosciamo oggi, infatti oltre ai classici “La finestra sul cortile” o “Psycho” c’è tutto un mondo, non diciamo inesplorato, ma certamente meno conosciuto.


Si consideri che la filmografia di Hitchcock conta cinquantatré film realizzati tra il 1925 e il 1976, quindi il regista ha attraversato con il suo genio ben sei decenni lasciando una traccia indelebile nella storia del cinema anche se l’establishment non ne ha riconosciuto appieno il talento e la portata innovativa della sua opera. Ma andiamo per ordine: il suo primo amore è il teatro, ma quando nel 1920 viene assunto dalla futura Paramount come disegnatore di didascalie il suo destino è segnato. Negli anni seguenti passa ad un’altra casa di produzione dove impara il mestiere facendo il tuttofare: scenografo, sceneggiatore e soprattutto assistente alla regia. È questione di poco ed il giovane Alfred approda alla regia nel 1925 quando realizza il suo primo film “Il labirinto delle passioni” a cui seguiranno altre nove film muti tra cui quello più ricordato è “Il Pensionante” del 1927 che rappresenta la sua prima incursione nel film di suspense.

Nel 1929 arriva il sonoro, ma il regista londinese non si ferma realizzando altre sette pellicole. Altro anno importante è il 1934 quando realizza “L’uomo che sapeva troppo” interpretato da Peter Lorre e che Hitchcock rifarà nel 1956 con protagonisti James Stewart e Doris Day. La pellicola ha un gran successo e lancia la carriera di Hitchcock che inanellerà altri sei thriller di cui due – “Il Club dei 39” e “La Signora Scompare – di grande spessore. Arriva il 1939 che segna la sua conclusione del periodo britannico e l’inizio della sua avventura statunitense che sarà quella più proficua.

“Rebecca – la prima moglie” del 1940 il suo esordio. Si prosegue con “Il Sospetto” che segna la sua prima collaborazione con Cary Grant fino ad arrivare al 1946 con “Notorious – l’amante perduta” interpretato anche da Ingrid Bergman prima rappresentante di tipo di donna – algida e focosa allo stesso tempo - che caratterizzerà il cinema seguente di Hitchcock. Tuttavia, sono gli anni Cinquanta quelli dell’apoteosi del cinema del cineasta britannico. Si parla di capolavori come “L’altro uomo” del 1951, “La finestra sul cortile” 1954, “La donna che visse due volte” 1958, per finire con “Intrigo internazionale” del 1959, ma questo decennio è importante anche per un altro motivo: Hitchcock si lancia in una nuova impresa cominciando a produrre e a girare per un altro medium: la televisione. Infatti, dal 1955 al 1962 andrà in onda Alfred Hitchcock presenta serie di episodi introdotti dal regista stesso con l’ormai iconico “Buonasera!”.

Gli anni Sessanta si aprono con l’indiscusso capolavoro “Psycho” che non solo è una pietra miliare del genere thriller, ma inaugura il cosiddetto horror slasher che tanta fortuna avrà nel cinema successivo e ci regala un “cattivo” con i fiocchi che risponde al nome di Norman Bates. Inevitabilmente le ultime prove del regista non sono all’altezza delle sue passate opere e la sua formidabile carriera si concluderà nel 1976 con “Complotto di famiglia”. Quattro anni dopo e pochi mesi dopo aver ricevuto il titolo di Baronetto dalla regina Elisabetta II uno dei più grandi registi di tutti i tempi ci lascia. Alfred Joseph Hitchcock muore a Los Angeles il 29 aprile 1980.