IL RITORNO DI FURY
Il 21 giugno ha esordito su Disney+ Secret Invasion la nuova serie che prosegue il racconto della fase 5 dell’universo Marvel. Questa volta ci si trova ad affrontare un pericolo non da poco: l’invasione della razza aliena e mutaforma degli Skrull già visti in Capitan Marvel. A cercare di sbrogliare la matassa si richiama in servizio Nick Fury auto esiliatosi nello spazio dopo lo sconvolgimento dello schiocco di Thanos, ma quello che torna sulla Terra è un Fury stanco, apparentemente demotivato e senza la sua iconica benda nera sull’occhio. Già la caratterizzazione del personaggio principale dà un’idea di quale sia la direzione presa da questo nuovo prodotto di origine fumettistica. Abbandonati i toni prettamente superoistici la prima puntata di Secret Invasion ci immerge in un’atmosfera da spy story – non a caso viene citata la Guerra Fredda - e “realistica”, una storia in cui è difficile comprendere di chi fidarsi vista la natura cangiante dei nemici Skrull che hanno comunque una motivazione forte: la ricerca di una casa.


Se dunque le premesse sono buone, il tallone di Achille rimane sempre lo stesso: per i non conoscitori del fumetto o del complicato mondo Marvel è un po’ difficile capire la storia, le sue implicazioni ed i rapporti tra i personaggi per fortuna ben interpretati ad iniziare da Samuel L. Jackson impegnato a delineare un Fury, come abbiamo accennato diverso sia interiormente che esteriormente. Non gli sono da meno i personaggi di Olivia Colman che interpreta Sonya funzionario dei forse alleati ma forse nemici servizi segreti britannici e Ben Mendelsohn che riprende il ruolo di Talos lo skrull “buono”. Meno convincenti Emilia Clarke nei panni di G'iah figlia di Talos e passata al lato oscuro degli invasori e Kingsley Ben-Adir a cui manca un po’ di carisma nel ruolo dell'antagonista principale, Gravik.