NASCITA DI UN RIBELLE
Con Andor preparatevi ad esplorare il lato oscuro della galassia lontana, lontana. Dimenticatevi spade laser e cavalieri Jedi perché il nuovo prodotto della Disney+ ambientato nell’universo creato da George Lucas ha veramente poco a che fare con il tono favolistico a cui sinora eravamo abituati e se molti non hanno apprezzato la svolta drammatica della narrazione starwarsiana, per me è stata una vera e propria boccata di originalità infusa in una saga che cominciava ad evidenziare stanchezza e ripetitività.


La serie approfondisce il personaggio di Cassian Andor (Diego Luna) già presentato nel film del 2016 Rogue One – di cui raccomando caldamente la visione – e di come sia passato dall’essere un ladro interessato esclusivamente al suo tornaconto personale ad una delle spie ribelli più “letali” che si opponevano all’impero galattico. Il suo viaggio di formazione non è certo privo di ostacoli.

Inizialmente più che riluttante ad abbracciare la “causa” rivoluzionaria prima l’incontro con Luthen Rael (un fantastico Stellan Skarsgård), poi la terribile esperienza della prigionia ed infine il destino degli abitanti del suo pianeta d’adozione Ferrix, lo convinceranno a scegliere di combattere per liberarsi del giogo dell’impero. La novità della serie, dunque, non sta tanto nel “cosa” è raccontato, ma nel “come”. Infatti il creatore della serie Tony Gilroy decide di immergere lo spettatore in una realtà brutta, sporca e cattiva opposta all’ambiente asettico ed impersonale in cui si muovono gli spietati burocrati imperiali tra i quali spicca Dedra Meero (Denise Gough) non una “cattiva” tagliata con l’accetta ma un personaggio complesso con cui almeno in principio, siamo anche portati a simpatizzare.

Ed il punto di forza di questa serie di cui aspettiamo con ansia la seconda stagione, sono proprio i personaggi. Come non accennare allo strepitoso Kino Loy di Andy Serkis, alla intensa Bix di Adria Arjona, all’ostinato Syril Karn, allo sfortunato ma fondamentale Karis Nemik il teorico della ribellione i cui scritti ispireranno Cassian, fino alla straordinaria Maarva di Fiona Shaw. Insomma, Andor riesce ad emozionare senza cadere nella facile trappola della nostalgia.