MAIGRET O DELL'INDAGONE PSICOLOGICA
Ritorna sul grande schermo uno dei più conosciuti investigatori cartacei: il commissario Maigret. Questa volta a prestare il proprio corpaccione al poliziotto di Quai des Orfèvres è Gérard Depardieu. Tratto dal romanzo di George Simenon “Maigret e la giovane morta” del 1954, il racconto parte dal ritrovamento del cadavere di una ragazza in una piazza di una Parigi cupa e plumbea lontanissima dagli sfarzi della Ville lumière.


Ed anche il nostro commissario non se la passa bene. È stanco ed ha dovuto rinunciare alla sua amata pipa sotto consiglio del medico e se ciò non bastasse l’omicidio della giovane che ha all’incirca la stessa età che avrebbe avuto la figlia morta da bambina, aumenta la sua tristezza. Certamente l’investigatore creato dal romanziere belga non è mai stato portato all’azione, ma in questo particolare caso la sua indagine si colora di un tono malinconico.


La vittima non ha documenti e solo il vestito che indossa permetterà a Maigret di risalire alla sua identità, il suo nome è Louise Louvière una giovanissima ragazza arrivata a Parigi dalla provincia con in testa tanti sogni che presto però si scontrano con la dura realtà cittadina. Louise facendosi abbagliare dalla società alto borghese che, dietro la facciata perbenista nasconde un mondo sordido e depravato, andrà incontro ad una morte insensata.
Chi conosce i metodi del commissario sa bene che lo scavo psicologico la fa da padrone. Gli interrogatori sono serrati, ma pacati e il disvelamento del colpevole del crimine non è la cosa più importante. Se da un punto di vista narrativo il film è impeccabile e l’atmosfera è quanto mai indovinata, qualche difettuccio lo si riscontra nella messa in scena di Patrice Leconte forse troppo lineare e senza guizzi adatta forse più ad una serie televisiva che al grande schermo.
Titolo: Maigret
Anno: 2021
Regia: Patrice Leconte
Interpreti: Gérard Depardieu, Aurore Clément, Clara Antoons, Mélanie Bernier, Pierre Moure