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    IL PRIMO RE

    29-05-2022 13:18

    Paola Di Lizia

    FILM,

    IL PRIMO RE

    Con il Primo re, il regista Matteo Rovere, spoglia di tutti

     

     

     

     

    FRATELLI COLTELLI

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Con il Primo re, il regista Matteo Rovere, spoglia di tutti gli orpelli che si sono accumulati in millenni di racconti la storia di due celeberrimi fratelli: Romolo e Remo. Nessuna lupa che allatta, nessuna discendenza né regale né divina.

    VIII° secolo a.C., due giovani pastori attendono al loro gregge sotto una pioggia sferzante l’uno prega ferventemente, l’altro scruta il cielo nella speranza che il temporale cessi, le loro richieste vengono esaudite, ma una violenta esondazione del Tevere li travolge. Trovati dai potenti abitanti di Alba Longa, fatti schiavi e costretti a combattere con altri prigionieri, riescono con uno stratagemma, a fuggire portando con loro, su insistenza di Romolo (Alessio Lapice), la sacerdotessa Satnei (Tania Garriba) custode del sacro fuoco.

     

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    Presto si ritrovano a dover scegliere se essere raggiunti dai loro aguzzini o inoltrarsi nella foresta, scelgono la seconda strada e la natura ostile in cui si ritrovano non fa che esacerbare i conflitti tra i fuggiaschi che insistono affinché Remo (Alessandro Borghi) abbandoni il fratello ferito al suo destino, naturalmente si rifiuta e sfidato da uno dei suoi compagni, lo uccide, diventando “de facto” il leader del gruppo. Ci troviamo dunque ad una clamorosa deviazione dalla storia ufficiale? Nemmeno per sogno, perché presto la narrazione, tra agguati e profezie si rimette sui consueti binari con lo scontro fratricida che porterà alla nascita di quell’impero che tutti conosciamo.

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    Rovere per i dialoghi utilizza il protolatino – una lingua pressoché inventata unione di latino, etrusco ed indoeuropeo – che invece di essere uno svantaggio, diventa uno dei punti di forza dando alla pellicola un forte sapore di autenticità. L’accuratezza però non si limita al comparto narrativo, ma spazia dalla messinscena, al superbo lavoro del direttore della fotografia Daniele Ciprì e degli interpreti, dall’intenso Borghi ai caratteristi che hanno volti più che adeguati ad esprimere la brutalità caratteristica di tempi violenti ben riassunti dal motto “Mors tua vita mea”.

     

    Anno: 2019

    Regia: Matteo Rovere

    Interpreti: Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Massimiliano Rossi, Tania Garribba

     

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