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    Un Sapore di Ruggine e Ossa

    07-08-2021 00:37

    Stefania Viceconti

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    Un Sapore di Ruggine e Ossa

    Questo è un film crudele ed  è la dimostrazione di quanto la vita possa essere spietata e al tempo stesso imprevedibile. Il regista Jacques Audiard ne

    L'IRRESISTIBILE SAPORE DELLA VITA

    Questo è un film crudele ed  è la dimostrazione di quanto la vita possa essere spietata e al tempo stesso imprevedibile. Il regista Jacques Audiard nel raccontarci la storia di Alì e Stéphanie non usa mezzi termini e non ricorre ad alcun genere di sentimentalismo. Le vite dei due protagonisti si incrociano per la prima volta in un locale notturno: Alì, è un ex pugile trasferitosi dalla Francia del Nord ad Antibes insieme a un figlio che conosce a malapena e Stéphanie è un'addestratrice di orche. Lui fa il buttafuori. Lei, bella e provocante, rifiuta l'approccio del rompiscatole di turno che per questo pensa bene di darle un bel pugno sul naso. Come responsabile della sicurezza Alì interviene e non a caso la prima cosa che vede di lei, stesa in terra, sono le gambe. Si offre di riaccompagnarla a casa, lei controvoglia accetta. Nel breve percorso lo scambio di battute tra i due è fin troppo esplicito. Per lui è normale mettersi nei guai se si va in un locale non accompagnate e per di più vestite da “puttana”...eh si proprio così le dice. E' più che diretto il nostro Alì quando parla e non sembra avere filtri, spesso alcune delle sue battute riescono a strappare allo spettatore anche un sorriso. Stéphanie non gradisce il commento, è sicura di se, altezzosa, sgarbata con chi non le va giù. Tuttavia lo invita nel suo appartamento dove l'attende il suo compagno. Qui Alì trova del ghiaccio, la sua mano dopo averle date di santa ragione al rompiscatole del locale, si è infatti gonfiata parecchio. Tutto qua, non succede nulla se non lo scambio dei numeri di telefono. Finché un brutto giorno, durante uno spettacolo in piscina, Stéphanie non perde solo l'uso delle gambe, perde proprio le gambe! Ora è una donna distrutta nel corpo e nell'anima, inerme. Inquietante la sessione delle scene in cui la ragazza si trova in convalescenza in ospedale, il regista è grandioso nel tentativo, perfettamente riuscito, di far arrivare allo spettatore l'inimmaginabile dolore che una simile tragedia provoca. Tutto è ora devastazione, tutto è disperazione. Passano i giorni e Stéphanie torna a casa. Chiama Alì e lui va da lei. La trova in uno squallido appartamento con un forte odore di chiuso, sola, su una sedia a rotelle con le gambe amputate. Alì prepara il caffè, apre le finestre, fa entrare il sole, l'aria pulita. Alì' fa entrare la vita. La convince a uscire e caricandosela sulle spalle riesce anche a farle fare una bella nuotata. E' la rinascita. E Alì è una scarica di adrenalina per lei. Ora forse quelle gambe perdute non contano più così tanto, ora Stéphanie sta vivendo più intensamente di prima. L'incapacità di amare accomuna i nostri protagonisti: prima dell'incidente Stéphanie, consapevole del fascino che esercita, sembra esclusivamente interessata ad attrarre l'universo maschile:” Mi piaceva essere guardata, mi piaceva sapere che li seducevo, mi piaceva vederli eccitati, ma dopo un po' tutto questo mi annoiava.” Così si racconta a Alì. Che dire invece del protagonista maschile? La sua superficialità è sconcertante sia nella gestione del rapporto con il figlio che con la stessa Stéphanie. Così quando la donna gli chiederà di impegnarsi seriamente con lei sarà la paura a prendere il sopravvento. Riusciranno i nostri i protagonisti a riscattarsi? Solo attraverso un forte dolore, Stéphanie in realtà lo ha già fatto quel brutto giorno in cui ha perso le gambe, solo un'altra tragedia sfiorata invece riuscirà a convincere Alì dei suoi veri sentimenti.

     

    Titolo originale: De rouille et d'os

    Anno: 2012

    Regia: Jacques Audiard

    Interpreti: Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, Céline Sallette, Corinne Masiero, Bouli Lanners

     

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